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La mentalità di vedere il rapporto con il cane basato sulla teoria del capobranco, rimane di gran lunga legato al periodo degli anni 80, dove per far “apprendere” i comportamenti al cane si usavano metodi coercitivi basandosi appunto sulla teoria “IO SONO IL CAPO E TU DEVI FARE QUELLO CHE DICO IO”. Nonostante ancora oggi alcuni pensano che quei metodi siano giusti, fortunatamente con gli anni si è passati da una visione egocentrica a una visione ecocentrica, con l’introduzione negli anni 2000 del METODO COGNITIVO-RELAZIONALE.Ma cosa vogliono dire esattamente queste due parole?COGNITIVO: questo tipo di approccio considera il comportamento animale come l’espressione del suo stato mentale, ovvero ammettere che il cane, avendo una mente e una propria intelligenza, sia in grado di pensare, elaborare e di conseguenza avere il comportamento più idoneo da utilizzare in quella determinata situazione. Il metodo cognitivo si distingue appunto per questo motivo dal METODO COMPORTAMENTISTA, dove a un qualsiasi tipo di stimolo segue una risposta automatica.RELAZIONE: questa parola ci indica di smettere di vedere il cane come strumento da lavoro, ma considerarlo partner e parte integrante della relazione uomo – cane, renderlo partecipe della nostra vita e farlo sentire parte del gruppo.